Salvator Mundi, Leonardo da Vinci

Il Salvator Mundi, attribuito a Leonardo da Vinci, raffigura Cristo come redentore del mondo, un’immagine di profondo significato simbolico che unisce il divino e l’umano. Con la mano destra alzata in segno di benedizione e la sinistra che regge una sfera di cristallo. Lo sguardo di Cristo non si rivolge verso l’esterno, ma sembra penetrare lo spettatore.

Il Salvator Mundi riflette magistralmente la sperimentazione di Leonardo da Vinci con lo sfumato, una tecnica che gli permise di dissolvere i contorni e modellare il volto di Cristo con passaggi impercettibili tra luce e ombra, creando un effetto di tridimensionalità quasi etereo. La scelta della tavola di noce come supporto offriva una superficie solida e a grana fine, ideale per lavorare con precisione le velature a olio. Il pittore applicò velature successive che conferirono alla pelle una trasparenza viva ed enigmatica, mentre nella sfera di cristallo introdusse una sfida tecnica particolare: rappresentare la purezza di un oggetto trasparente in un’epoca in cui l’ottica era ancora in via di sviluppo.

Il drappeggio delle vesti unisce ricchezza cromatica e uno studio dettagliato della caduta della stoffa sotto la luce, rivelando non solo il suo interesse artistico ma anche la sua curiosità scientifica per gli effetti visivi. L’atmosfera scura che circonda la figura intensifica il volume e la monumentalità di Cristo, isolandolo in uno spazio senza tempo e rafforzando la profonda spiritualità che emana dall’opera.

Cristo appare con la mano destra alzata, con due dita estese in segno di benedizione. Questo gesto deriva dalla tradizione cristiana ed era ampiamente riconosciuto nel Rinascimento. In questo dipinto, il gesto non è decorativo, ma definisce la funzione dell’immagine come rappresentazione del potere spirituale di Cristo sul mondo.

Nella mano sinistra tiene un orbe trasparente, simbolo della terra e del dominio universale. Rappresentare un oggetto trasparente era una sfida tecnica all’epoca. Leonardo decise di non mostrare la rifrazione né la distorsione visiva che una sfera reale avrebbe prodotto, il che ha generato dibattiti tra gli esperti. Per alcuni si trattò di una semplificazione intenzionale per concentrare l’attenzione sul significato religioso piuttosto che sull’effetto ottico.